Il Turco, Greta Ferro protagonista con Can Yaman racconta la sua esperienza sul set

La miniserie è in onda l’8 e il 15 aprile su Canale 5

0
Can Yaman e Greta Ferro, Il Turco
Can Yaman e Greta Ferro, Il Turco

È il 1863, Hasan, un giannizzero ottomano sfuggito ad una condanna a morte, trova rifugio e salvezza da Gloria, una donna considerata una strega, e tra loro si accende una passione infuocata. Ne Il Turco, la miniserie turco-ungherese diretta da Uluç Bayraktar e ispirata al romanzo “El Turco: Un’avventura inedita durante il secondo assedio di Vienna” di Orhan Yeniaras, Hasan è interpretato da Can Yaman, mentre la bella e tenace Gloria è incarnata da Greta Ferro. Il Turco ha debuttato su Canale 5 l’8 e si concluderà il 15 aprile.

LEGGI ANCHE: Sandokan, in Calabria via alle riprese della serie con Can Yaman

Greta Ferro

Greta Ferro, Il Turco
Greta Ferro, Il Turco

Prima modella, la carriera di Greta Ferro come attrice è cominciata nel 2020 come protagonista della serie TV Netflix Made in Italy. Ferro ha recitato poi in Weekend (2020) di Riccardo Grandi, Chiara Lubich (2021) di Giacomo Campiotti e Io e Mio Fratello (2023) di Luca Lucini. La mini serie Il Turco la vede ora protagonista al fianco Yaman in una importante coproduzione internazionale in costume per Mediaset Infinity.

LEGGI ANCHE: Io e mio fratello: video intervista a Cristiano Caccamo, Denise Tantucci e Greta Ferro

Brillante, entusiasta, in un’intervista con Ciak Greta Ferro racconta questa importante esperienza nella miniserie Il Turco.

Chi è Gloria ne Il Turco?

Gloria, Il Turco
Gloria, Il Turco

Gloria è una reietta della società, purtroppo. Per l’epoca in cui è ambientata la storia, il medioevo, è vista come una strega per via della sua indipendenza e del suo carattere molto forte, dovuto inevitabilmente alla circostanza di essere cresciuta sola. È estremamente orgogliosa e caparbia e solo quando trova qualcuno a cui potersi veramente appoggiare si lascia un po’ andare. Questa persona è Hasan, Yan Caman nella realtà”.

La serie è ispirata ad una storia vera.

Sì, il libro da cui è tratta è ispirato ad una storia vera, quella di un giannizzero, un soldato ottomano che finisce nella città di Moena, nel nord Italia. Dopo essere stato respinto dalla popolazione perché visto come nemico, viene salvato e aiuta la popolazione a liberarsi dal tiranno. La serie aggiunge una storia d’amore tra lui e questo personaggio di Gloria. Nel momento in cui lei riconosce in lui la stessa sua solitudine, nasce un legame molto profondo tra loro. Si capiscono e condividono alcuni valori quali la protezione del prossimo, la gentilezza, l’empatia verso gli altri”.

Come si sviluppa la storia d’amore tra il tuo personaggio e quello di Can Yaman? E come è stato il rapporto con lui sul set?

Il Turco Can Yaman Greta Ferro
Il Turco

I nostri personaggi si incontrano quando Gloria salva Hasan. Dopo un’iniziale aggressività e riluttanza ad accogliere questo uomo, Gloria sente una certa affinità con lui, anche lei è una reietta, una emarginata della società. Con Can c’è stato un rapporto molto professionale, lui ha un ruolo molto impegnativo, molto fisico, che ha richiesto una preparazione importante. Sul set ci siamo sempre molto confrontati, molto aiutati tutti quanti e credo che si veda l’alchimia che si è creata tra tutti noi, abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra”.

Qual è l’aspetto più bello di questa serie?

Quello che più mi piace di questa serie è il modo con cui ci si parla della diversità, il modo con cui la diversità viene inizialmente percepita come minaccia, mentre alla fine diventa un grande valore. Nella collaborazione la diversità viene presentata come una ricchezza. Questa serie è una bella storia di perdita e di unione. È molto facile potersi rivedere e ritrovare in una storia del genere”.

Come è stato lavorare su un set internazionale?

Per ricreare gli ambienti dell’epoca, la Moena dell’epoca, abbiamo girato a Budapest. Io ero l’unica attrice italiana sul set e abbiamo girato interamente in lingua inglese. Questo è stato il mio primo progetto internazionale in ambito cinematografico e il primo in cui sono riuscita a confrontarmi con attori da tutto il mondo. C’era un attore canadese, uno croato e ovviamente qualche attore turco, e poi inglesi, irlandesi, svedesi, portoghesi, c’era un po’ di tutto. È stato un po’ come nella serie stessa: anche nella realtà avere tutte queste persone diverse accanto è stata una grande ricchezza”.

Qual è stata la cosa più difficile?

Le temperature. Abbiamo girato sei mesi a Budapest d’inverno, da settembre a marzo, con un freddo che definirei importante. Spesso eravamo in mezzo al fango in condizioni meteorologiche non facili. È una serie che ha richiesto moltissima coordinazione, moltissimi stunt, perché è anche un po’ violenta. Ma, nonostante le difficoltà, è stato bellissimo, per me è stata un’esperienza nuova e adoro girare in costume”.

Cosa ti ha lasciato nel cuore questa serie e quali aspettative ha nutrito?

L’enorme soddisfazione di aver preso parte ad un progetto così ambizioso ed essere riuscita a portarlo avanti. Ho fatto anche delle amicizie bellissime sul set, soprattutto con Kieran Reylly, che interpreta il cattivo. Ancora oggi ci sentiamo quasi tutti i giorni. Ricordo questi momenti in cui avevamo delle scene insieme: lui cattivissimo, con i capelli tinti di bianco e le lenti a contatto rosse, e invece è la persona più dolce che conosca. In generale abbiamo creato dei rapporti molto stretti e intimi tra tutti. Spero di avere occasione di stare su altri set internazionali e che il mio lavoro venga notato. Mi piacerebbe moltissimo continuare a lavorare ed esplorare questa professione ancora di più”.