In un piccolo paese della Calabria, Palmi, un agricoltore in pensione ha un’intuizione folle: comprare un calciatore di punta della Serie A per far rimontare in classifica la squadra locale. Inizia così la bizzarra avventura narrata in U. S. Palmese, il nuovo film dei Manetti Bros. al cinema dal 20 marzo con 01 Distribution. L’idea di Don Vincenzo, interpretato da Rocco Papaleo, sembra assurda e visionaria, ma potrebbe avere senso, perché se tutti i palmisani si impegneranno a investire 300 euro nell’acquisto di Etienne Morville (Blaise Afonso nel film) c’è ancora una speranza di vittoria per la U. S. Palmese.
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Ciak ha incontrato Rocco Papaleo e parlato con lui di U. S. Palmese.
Don Vincenzo dimostra di avere una capacità di visione veramente ampia, una prospettiva incredibile, perché riesce ad avere un’immaginazione, una fantasia, aspirazioni molto grandi.
“È per questo che ho amato molto questo personaggio. Al di là del divertimento, del gioco, della recitazione, quando trovi un personaggio così, anche un po’ lontano da te stesso, ti permette di compiere un viaggio affascinante, anche pericoloso in fondo, perché non è stato semplice impadronirmi del dialetto e di alcune caratteristiche fisiche. Però l’ho amato molto proprio per questa sua sostanza poetica, questa idea di sognare una cosa incredibile e realizzarla. È come un invito, una suggestione per il mio popolo e per il meridione, a trovare un desiderio di riscatto, la voglia di approcciare un sogno enorme. Forse è uno dei più bei personaggi che abbia interpretato”.
Don Vincenzo ed Etienne imparano entrambi qualcosa da questa storia, ma anche reciprocamente insegnano l’uno all’altro. Etienne fa capire a Don Vincenzo qualcosa su sua figlia che lui aveva solo intuito. Mentre Don Vincenzo insegna ad Etienne a non giudicare il valore dell’umanità dall’apparenza, è vero?
“Sì, è l’idea dell’accoglienza dell’uno verso l’altro, di quanto possa essere efficace mischiare le culture e i punti di vista di due persone completamente diverse, che sembrano distanti, ma questo loro incontro serve a far fare uno scatto l’uno all’altro. È uno dei temi più importanti che il film vuole raccontare, l’incontro tra culture, qualcosa che deve assolutamente accadere nella nostra società per andare verso un miglioramento”.
Quale ricordo in particolare porti dall’esperienza di questo film?
“Sono accadute tante cose, ma io direi che quella di cui mi sono impregnato di più è proprio l’atmosfera della cittadina che ci ha ospitato, Palmi, un posto molto bello. C’era questa villa comunale con un bel vedere da cui si vedeva il mare. La mattina andavo lì e facevo una camminata veloce per tenermi in allenamento prima di andare sul set e mi impregnavo della bellezza di questo sud meraviglioso, fatto di luce, di prospettive. È una terra che amo particolarmente, insieme alla sua potenzialità tradita, alle sue magagne. Questo film nel suo piccolo può scuotere un po’ il popolo meridionale e dargli quella fiducia, quell’idea di osare, di cercare una vera connessione tra noi tutti”.
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U.S. PALMESE | VIDEO INTERVISTA A ROCCO PAPALEO E BLAISE AFONSO