U. S. Palmese, il trailer del film secondo i Manetti bros.

Dal 20 marzo al cinema con 01 distribution

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U. S. Palmese trailer Papaleo Mainetti

U. S. Palmese, la più recente fatica dei Manetti bros. è una favola moderna sullo sport avvelenato dal business e racconta la folle idea dell’agricoltore in pensione Don Vincenzo (Rocco Papaleo) per risollevare per risollevare le sorti dell’U.S. Palmese, squadra di calcio di Palmi, cittadina della Calabria. Il film sarà al cinema da 20 marzo con 01 distribution.

U.S. Palmese

Don Vincenzo, nonostante le rimostranze della figlia Concetta (Giulia Maenza), che pensa quei soldi sarebbero meglio impiegati per riaprire l’ospedale cittadino, organizza una colletta e racimola cinque milioni per ingaggiare Etienne Morville (Blaise Afonso), giocatore di Serie A il cui pessimo carattere lo ha portato ad essere messo fuori squadra, pur essendo uno dei più forti calciatori al mondo. Morville lascerà Milano controvoglia per risanare la sua immagine in un bagno di umiltà a Palmi. Lo scontro con una realtà locale così lontana dalla vita notturna di Milano si rivelerà capace di colpirlo nel profondo, con esiti sorprendenti.

Il film, scritto dai Manetti con Emiliano Rubbi e Luna Gualano, è una produzione Mompracem con Rai Cinema, prodotto da Pier Giorgio Bellocchio, Manetti bros. e Carlo Macchitella e, dopo l’anteprima dello scorso ottobre alla Festa del Cinema di Roma, arriva finalmente nelle nostre sale il 20 marzo.

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I Mainetti bros. e Rocco Papaleo

Dopo gli anni dedicati alla trilogia di Diabolik, i fratelli romani hanno scelto un tema popolare come il calcio per mettere in scena un omaggio intimo e personale a Palmi, città d’origine di loro madre Dora e loro seconda casa, dove da bambini passavano quattro mesi l’anno e ora tornano con le loro famiglie. Non a caso il film si chiude con l’affettuosa dedica “A Mamma, che ci ha cresciuto liberi e parmisani”.

Se alla fine riusciamo a commuovere gli spettatori, è una cosa che mi rende felice, perché era proprio questo il nostro intento – ci ha confidato Marco Manettinoi che di solito siamo più ‘cattivi’, abbiamo messo in scena una commedia leggera e, sorprendentemente, questo è diventato il nostro film più personale”.

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Rocco Papaleo, che dona la giusta dose di follia a Don Vincenzo, ha tenuto invece a ricordare che la sua ambizione “sarebbe stata interpretare Diabolik, anche per caratteristiche fisiche e per una certa attitudine al crimine. Invece mi è capitato questo personaggio calabrese e mi sono dovuto adattare anche al dialetto”.

Marco Manetti, a proposito del percorso di crescita umana del fuoriclasse Etienne Morville, ricorda come lui sia “venuto per aiutare la Palmese, ma sarà la Palmese ad aiutare lui. Questa è la storia di un campione che ha perso la sua passione e la sua anima e va a Palmi. Il film nasce dall’amore nostro per questa città speciale della Calabria, dietro alla quale c’è sempre una retorica un po’ negativa, un po’ autodistruttiva”.

Un approccio con cui concorda Papaleo, sottolineando “io sto con i Manetti su questa idea di un Sud che non ha bisogno di essere represso ancora di più. Il Sud ha bisogno di reagire, di iniezioni di fiducia, che qualcuno lo convinca della sua bellezza e della sua potenzialità e anche della sua capacità di sognare”.

“Anche se non ho potuto interpretare Diabolik mi sono prestato con entusiasmo alla loro idea di raccontare questo grande sogno all’apparenza irrealizzabile – ha poi concluso l’attore – perché in questa ambizione sta la forza del film: non accontentarsi di sogni piccoli. Noi al Sud abbiamo bisogno di fare sogni grandi, capire che veramente possiamo riscattarci e avere un ruolo determinante nella società. In questo consiste la grande occasione di questo film”.

Abbiamo chiesto a Marco Manetti quali fossero stati i precedenti cinematografici e televisivi legati al calcio cui lui e suo fratello avevano fatto riferimento per mettere in scena U. S. Palmese ed ecco cosa ci ha detto: “Nei nostri film, in passato, abbiamo preferito ispirarci alla memoria, senza andare a rivedere i film cui volevamo far riferimento, qui invece ci siamo rivisti sia Fuga per la vittoria, per il modo in cui ha utilizzato autentici calciatori, sia i cartoon di Holly e Benji, per le inquadrature della palla e i nostri inserti disegnati. Credo di essere uno dei pochi che non ha ancora visto Ted Lasso, ma Antonio è un fan della serie, quindi sono sicuro che lui abbia attinto anche da lì. Il nostro obiettivo era realizzare un ‘film sportivo’, dove lo sport non è solo uno sfondo, o un pretesto per parlare d’altro, ma l’anima stessa della narrazione. Per capirci faccio un esempio con la boxe: Rocky e Toro Scatenato sono capolavori, ma è nel primo che il pugilato è al centro della narrazione, nel secondo che LaMotta vinca o perda un incontro è secondario”.

Sulla descrizione cinematografica dei cittadini di Palmi, invece, Marco Manetti è categorico: “Noi siamo sempre in bilico tra cadere nel grottesco eccessivo e riuscire a stare in equilibrio, perché forse siamo troppo coraggiosi, o troppo pazzi. Il nostro cinema è sempre così. I parmisani di questo film però sono esattamente così come li abbiamo rappresentati anche nella realtà”.

U. S. PALMESE | IL TRAILER