Nel 2005 Giuliana Sgrena, giornalista del Manifesto, a Bagdad viene sequestrata da una cellula terroristica e dopo 28 giorni di trattative incontra la persona che la libera. Nicola Calipari, agente del Sismi, salverà la vita a Giuliana Sgrena due volte. Con Il Nibbio, al cinema dal 6 marzo con Notorius Pictures, il regista Alessandro Tonda ricostruisce quei 28 giorni che portarono ad un tragico epilogo mai veramente chiarito.
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Nicola Calipari
Claudio Santamaria interpreta Nicola Calipari, detto il Nibbio, visto nella sua dimensione professionale, ma anche in quella più intima e familiare attraverso gli occhi di Rosa, sua moglie interpretata da Anna Ferzetti. “Calipari è un uomo che ovunque va cerca di eliminare la corruzione – spiega Santamaria – di portare la giustizia, la verità, di svolgere il suo lavoro con grande passione e soprattutto nel rispetto e nella protezione della cosa più importante, che è la vita umana. Era un uomo capace di accogliere le varie differenze di una società senza escluderne nessuna, ma cercando di dialogare con tutte le differenti parti che compongono una società. Un esempio non solo per i cittadini, ma anche per gli uomini delle istituzioni e per la politica di come bisognerebbe guardare una società multiforme”.
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Nel ruolo di Rosa Calipari è ricaduta su Anna Ferzetti la responsabilità di interpretare non solo un grandissimo dolore, ma anche un personaggio reale, che l’attrice ha avuto modo di conoscere direttamente, con tutto il rispetto che la sua storia richiede. “Ho sentito addosso una responsabilità grande – racconta Ferzetti – Io racconto la parte privata, la parte della famiglia, quella che forse non viene raccontata sui giornali. È la prima volta che interpreto il ruolo di un personaggio realmente esistito e che esiste; quindi, la responsabilità è tanta e c’è stato un grandissimo rispetto nell’entrare nella vita di questa donna”.
INTERVISTA AD ANNA FERZETTI E AL REGISTA ALESSANDRO TONDA | IL NIBBIO
Giuliana Sgrena
Nei panni della giornalista Giuliana Sgrena, a vivere i difficili ventotto giorni di prigionia, c’è Sonia Bergamasco: “Sono molto fiera di aver potuto attraversare questa storia attraverso la voce di Giuliana Sgrena, di una testimone. È un’opportunità dal punto di vista di attrice molto preziosa. È una storia contemporanea, sono passati vent’anni, però è una storia ancora aperta e quindi è un’occasione davvero importante di incidere o di tentare comunque di incidere raccontando i fatti”.
Ancora Claudio Santamaria spiega che Il Nibbio non racconta solo un pezzo importante della storia italiana, “ma è un film concepito per essere una spy story; quindi, c’è anche grande intrattenimento e questo non guasta mai, anzi è qualcosa che io voglio vedere al cinema”.
“È stato molto impegnativo, sia dal punto di vista emotivo che dal punto di vista anche tecnico – dice il regista Alessandro Tonda – Dal punto di vista emotivo perché si raccontava la storia di questo uomo, che a Rosa [Calipari] non piace definire eroe, ma che in realtà è stato un eroe, non un eroe alla Marvel, ma un eroe comune e quindi un po’ come tutti vorremmo essere, come ci aspettiamo che chi ci rappresenta e chi è nel mondo delle istituzioni sia. Poi era un film complesso, nel senso che aveva più scenari, proprio dal punto di vista della messa in scena. Voleva essere sin da subito un film di genere, ma che non scimmiottasse il cinema americano e che avesse anche quella capacità di leggere fra le righe, di scavare un po’ più a fondo lasciando aperti dei punti interrogativi in questa storia così controversa”.
INTERVISTA A CLAUDIO SANTAMARIA E SONIA BERGAMASCO | IL NIBBIO