Kieran Culkin, nel discorso agli Oscar una parolaccia censurata e l’appello (divertito) alla moglie

L'attore di A Real Pain fa ridere la platea del Dolby Theatre con un aneddoto sulla moglie: "Facciamo terzo e quarto figlio?"

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Kieran Culkin

Kieran Culkin ha rispettato i pronostici portandosi a casa l’Oscar come miglior attore non protagonista per A Real Pain, ma il suo discorso d’accettazione è stato tutt’altro che prevedibile.

Annunciato e premiato da Robert Downey Jr. (il precedente vincitore della categoria), Culkin ha animato la platea dedicando circa metà del suo discorso alla moglie, Jazz Charton, della quale ha raccontato un aneddoto sui loro progetti familiari. Prima ha ringraziato Jesse Eisenberg, regista e protagonista di A Real Pain, e salutato (con una parolaccia censurata in diretta) il collega di Succession, Jeremy Strong, anche lui candidato nella categoria miglior attore non protagonista. “Jeremy, sei stato fantastico in The Apprentice. Adoro il tuo lavoro, è fott***mente…” – beap – prima di coprirsi la bocca.

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Sul finale, Culkin ha tirato fuori la strampalata storia di quando chiese alla moglie Jazz Charton di avere un terzo figlio dopo aver vinto l’Emmy Award. Circa un anno fa, su un palco come questo, ho detto pubblicamente che volevo un terzo figlio da lei perché mi aveva detto che se avessi vinto il premio mi avrebbe dato un bambino. L’ha detto perché non pensava che avrei vinto!”, ha raccontato tra le risate del pubblico. “Dopo lo spettacolo, stavamo camminando in un parcheggio, lei aveva in mano l’Emmy, stavamo cercando di trovare la nostra auto… e mi fa: ‘Oh Dio, l’ho detto davvero. Credo di doverti un terzo figlio”. Io mi sono girato verso di lei e le ho detto: ‘In realtà, ne voglio quattro’”. Culkin ha continuato: “Lei si è girata verso di me – giuro su Dio che è successo, è stato poco più di un anno fa – e mi ha detto: ‘Ti darò il quarto quando vincerai un Oscar’ Te lo ricordi, tesoro? Allora ho solo questo da dirti, Jazz, amore della mia vita, donna di poca fede: non c’è pressione. Ti amo. Mi dispiace molto di averlo fatto di nuovo. Andiamo a lavorare su quei bambini, che ne dici?”