Higher Than Acidic Clouds, Soldier Monika, The Brink of Dreams

In questa pagina:

  • Higher Than Acidic Clouds di Ali Asgari
  • Soldier Monika di Paul Poet
  • The Brink of Dreams di Nada Riyadh, Ayman El Amir

HIGHER THAN ACIDIC CLOUDS

Di Ali Asgari

(Iran, 2024, DCP, 70’)

Impossibilitato a lasciare il suo paese dopo la proiezione a Cannes del suo film Kafka a Teheran – Terrestrial Verses, diretto con Alireza Khatami, Ali Asgari non si è lasciato intimidire dal regime iraniano e ha continuato a lavorare nonostante le difficili condizioni. Resistendo al degrado della sua città e al pessimismo dilagante, ha deciso di continuare a raccontare i suoi sogni e a imbastire le sue riflessioni con apocalittiche sfumature di grigio.

Higher Than Acidic Clouds

In Higher Than Acidic Clouds, inquietante saggio autobiografico, il regista iraniano Ali Asgari si interroga su cosa significhi essere un artista, mentre la censura prosciuga la creatività dalla sua città natale, Teheran, e dalla sua vita. Dopo la première del suo film Terrestrial Verses a Cannes, ad Ali Asgari è stato vietato di viaggiare. Tuttavia, il regista non si è lasciato scoraggiare, nonostante le incessanti interferenze repressive. Con testarda resistenza Asgari lotta contro il suo crescente pessimismo ed esprime i suoi sogni e le sue riflessioni in innumerevoli sfumature apocalittiche di grigio. Riflette sulla lingua madre di sua madre, sulle sue sorelle che non hanno mai potuto vedere i suoi film al cinema e su Roma, dove ha vissuto per dieci anni. Ma soprattutto, il regista desidera ardentemente uscire e volare sopra la città a un’altezza da cui tutte le persone sono uguali. Gli restano i suoi ricordi e la sua immaginazione, le uniche cose che non possono essere confiscate.

Il regista Ali Asgari

Ali Asgari è una figura di spicco del cinema iraniano con oltre 200 premi al suo attivo. I suoi film e i suoi cortometraggi  sono stati presentati al Festival di Cannes e al Festival del Cinema di Venezia. Ali Asgari è stato recentemente scelto come membro della giuria per la sezione Orizzonti del Festival del Cinema di Venezia. I film di Asgari si concentrano sulle vite precarie di individui che vivono ai margini della società nel suo Paese natale, l’Iran. Higher than Acidic Clouds, è il suo quarto lungometraggio, è un film ibrido che si spinge oltre i confini.


SOLDIER MONIKA

di Paul Poet

(Austria, 2024, 106’)

Monika Donner è un soldato d’élite transgender e un simbolo della lotta per i diritti di genere, ma è anche un’autrice apprezzata dall’estrema destra. La sua vita incarna un conflitto ideologico profondo che la trasforma in una guerriera solitaria intrappolata tra fronti opposti.

Soldier Monika

Il campo di battaglia è l’identità di genere. Monika Donner è una soldatessa d’élite transessuale, una figura di spicco per i diritti di genere e un’autrice favorita dall’estrema destra. Rapidamente lei, che era un lui, diventa una guerriera solitaria presa tra i fronti ideologici. Grammatica psicologica di una persona impossibile, realizzato come un collage cinematografico intensivo, Soldier Monika usa gli attori per viaggiare ancora più in profondità nella strana mente della protagonista.

Il regista Paul Poet

Come attivista di sinistra, ho pianificato a lungo di fare un film sulla deriva europea verso l’estrema destra e sul perché questo sembrasse legittimo e sexy a molte persone che non avrei mai pensato di trovare rilevante. La maggior parte di quelli che ho esaminato si è rivelata essere composta da nazisti nerd e idioti completi. Con Monika Donner ho trovato una persona unica, con più profondità, anima, storia e complessità, con cui potevo confrontarmi come una persona transgender in termini amichevoli e diretti, una persona con cui potevo rispecchiare il cambiamento politico in termini intimi e personali, ma anche confrontarmi con la generale bigotteria e la superficialità morale ipocrita degli anni ’20”.


THE BRINK OF DREAMS

di Nada Riyadh, Ayman El Amir

(EG/FR/DK/QA/EAU, 2024, 102’)

The Brink of Dreams (TFL Audience Design Fund 2024) di Nada Riyadh e Ayman El Amir segue, dall’infanzia all’età adulta, un gruppo di ragazze nel remoto Egitto.

The Brink of Dreams

In uno sperduto villaggio nel sud dell’Egitto, un gruppo di ragazze decide di sfidare le convenzioni, fondando una compagnia teatrale di strada tutta al femminile. Sognano di diventare attrici, ballerine e cantanti, sfidando le loro famiglie e i compaesani con esibizioni inaspettate. Girato nell’arco di quattro anni, The Brink of Dreams le segue dall’infanzia all’età adulta, mentre affrontano le scelte più cruciali della loro vita.

Il regista Ayman El Amir e la regista Nada Riyadh

“The Brink of Dreams racconta la storia di un gruppo di giovani donne che cercano di costruire una comunità, affrontando il dilemma di vivere in modo autentico o conformarsi alle aspettative della società. Questo conflitto è comune a chiunque si trovi a dover fronteggiare pregiudizi radicati. Le protagoniste intraprendono un viaggio di auto-scoperta, che rivela non solo la loro personalità, ma anche le tradizioni radicate del loro villaggio, così affascinante ma stagnante, e il mondo che si estende oltre i suoi confini.

Il villaggio di Barsha diventa così un microcosmo rappresentativo non solo della società egiziana, ma della vita in generale. Queste adolescenti colpiscono per la loro spontaneità e il totale disinteresse per le limitazioni imposte dalla famiglia, dalla società, dalla religione e dall’economia. La cinepresa riesce a catturare la paura e le restrizioni che queste ragazze non vogliono riconoscere. È una caratteristica unica di quell’età, in cui si crede così fermamente nei propri sogni che la fede supera la realtà. Crescendo, affrontano frustrazioni, dubbi e desideri, che le spingono a cercare la propria identità”.

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