Una regia arrivata dopo «anni che ne coltivava il desiderio», Luca Zingaretti porta nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma La casa degli sguardi, la sua prima opera cinematografica, liberamente ispirata al libro omonimo di Daniele Mencarelli edito nel 2018. «Negli ultimi anni, lavorando come attore, mi sono trovato sempre più spesso a cambiare punto di vista. Pensavo a come girare le scene, non solo ad interpretarle. Ho sentito dentro di me il desiderio di voler raccontare una storia da regista» spiega Zingaretti, che dopo anni di regie teatrali e televisive, tra cui quelle di alcuni episodi di Montalbano (dopo la scomparsa nel 2019 dell’amico e regista Alberto Sironi) si è tolto l’ultima remora che lo frenava, trovando una storia che aveva «gli elementi giusti» per essere raccontata.
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«Il cambiamento non mi ha mai messo paura» continua Zingaretti «anche se sono uno che si accontenta di uno spaghetto al pomodoro e basilico tutti i giorni». «Sono una persona curiosa – aggiunge – e la curiosità mi porta a scoprire il mondo. Sono felice di dare al pubblico, come se dessi alla luce un figlio, questo prodotto frutto di tante fatiche». Una esperienza «di una pienezza raramente provata in passato» spiega il regista, che non ama troppo guardare indietro agli anni di Montalbano, al quale però dedica parole di riconoscenza. «Sono stato poco generoso nei confronti di un’esperienza che mi ha dato e tolto tanto e dalla quale ammetto di aver scalciato per uscirne, ma che è stata ricchissima, fatta di 20 anni meravigliosi, purtroppo non tutti goduti come avrebbero meritato».
In La casa degli sguardi Luca Zingaretti racconta (e interpreta, come padre) la storia di Marcolino (Gianmarco Franchini), un ventenne molto sensibile con la passione per la poesia, ma segnato da un profondo mal di vivere che lo ha fatto annegare nell’alcol. Suo padre, testimone di questo lento suicidio, è incapace di gestire tanta sofferenza ma tenta almeno di “esserci”, con un sostegno silenzioso, ma intenso. Ad aiutarlo, troverà un gruppo di nuovi colleghi di una cooperativa di pulizie dell’ospedale Bambin Gesù di Roma.

«Interpreto un padre moderno, di solide credenze etiche, che ha capito che il segreto nella vita è accontentarsi del qui e ora. Il suo essere padre è nella sua capacità di ‘stare’. Non ha gli strumenti per mettere mano all’infelicità del figlio, ma c’è, sta là» spiega Zingaretti, che nel ruolo del tormentato protagonista ha scelto il bravissimo Gianmarco Franchini, alla sua seconda esperienza dopo Adagio di Stefano Sollima. «Un ragazzo con un’anima grandissima che non ha paura di mostrare» lo descrive Zingaretti, che lo ha voluto immediatamente dopo il primo provino. Da parte sua, Franchini descrive il ruolo «molto difficile» trattandosi di un ragazzo con un forte modo di vedere e sentire le cose. «Avevo letto il libro prima di andare a fare il provino e mi ero appassionato al personaggio senza sapere che lo avrei fatto. Ero inquieto, avevo paura di non dare abbastanza, ma Luca mi ha aiutato ad esplorare luoghi più profondi». «Ho avuto molti mesi di preparazione – continua l’attore di Paliano – durante i quali ho testato la discesa di Marcolino e cercato di dargli più contrasti possibili. Mi ha lasciato un bagaglio emotivo inestimabile. Gli devo tantissimo».
La casa degli sguardi uscirà nelle sale la prossima primavera, distribuito da Lucky Red.