Per Pasquale Scimeca Il Giudice e il Boss rappresenta il completamento di un percorso narrativo, l’“anello che congiunge tutto” dice il regista siciliano alla presentazione del film al Taormina Film Festival. Interpretato da Gaetano Bruno, Claudio Castrogiovanni, Peppino Mazzotta, Naike Anna Silipo ed Enrico Lo Verso, il film narra la storia del giudice Cesare Terranova e del maresciallo di polizia Lenin Mancuso, mentre indagano sulla mafia dei corleonesi, prima e durante il processo di Bari al boss Luciano Liggio e al suo clan e prima dell’attentato che tolse loro la vita.
“Per me era doveroso raccontare queste persone, che considero in un certo senso ancora vive, è l’elemento di congiunzione che ha aperto la strada alle figure di Gaetano Costa, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che mancava a me, ma anche alla cinematografia”, dice Scimeca.
In un mondo che ancora oggi, secondo il regista siciliano, fatica a riconoscere l’enorme minaccia costituita dalle mafie attualmente, non solo nell’isola, ma nell’intero Paese, è indispensabile recuperare e diffondere la storia di questi personaggi purtroppo poco noti e non solo alle generazioni più giovani. “La mafia non è mai stata forte come in questo momento – spiega Scimeca – Non è mai successo che le mafie movimentassero capitali così alti e influenzassero intere generazioni come sta accadendo oggi”.
Un film necessario secondo Scimeca che però, prima ancora che il possibile ostracismo da parte della criminalità, ha trovato resistenza da parte dello Stato stesso nell’erogazione dei fondi indispensabili alla sua realizzazione. “Mi chiedo quanto vale per lo Stato la vita dei suoi servitori, perché questi personaggi lo sono stati davvero, hanno dato la vita per lo Stato”.
Il Giudice e il Boss racconta la storia di quelli che per Scimeca e gli interpreti del suo film sono stati veri eroi, motivo per cui il regista non ha ritenuto opportuno mostrarne anche la loro morte: “Abbiamo cercato di fare di loro degli eroi del nostro tempo e per questo ho voluto lasciarli in vita. Sappiamo che sono morti e sappiamo come sono morti, io volevo che restassero in vita per noi”.
Per gli attori che si sono cimentati con figure del passato così importanti ancora oggi “interpretare un personaggio reale di questa caratura può mettere paura, per la sua statura morale e per le basi che ha gettato – ha detto Gaetano Bruno, che ne Il Giudice e il Boss veste i panni proprio del giudice Terranova – Ma poi ne cogli la sfida e la trasformi nell’energia necessaria per costruire il personaggio”.
“Sono personaggi che fanno tremare un po’ i polsi – ha aggiunto Peppino Mazzotta, che nel film interpreta il collaboratore di Terranova, Lenin Mancuso – e certo bisogna far pace con il fatto che non riuscirai a restituirli a 360 gradi. Ma ultimamente ho scelto di interpretare personaggi che abbiano un proprio peso politico perché sono un’occasione di crescita incredibile. Quando si viene fuori da questi personaggi se ne esce anche arricchiti”.
“Tante persone anche adulte nono conoscono questo capitolo della storia e questa cosa mi ha colpito molto – dice Claudio Castrogiovanni, che ne Il Giudice e il Boss interpreta il difficile ruolo del boss Luciano Liggio – Pasquale aveva voglia di raccontare un aspetto meno pubblico di questa storia, quindi abbiamo cercato di avvicinarsi al nocciolo profondo di questi personaggi e questo mi ha stuzzicato“