Abel Ferrara porta al Taormina Film Festival il suo Padre Pio

È il Padre Pio più cupo e tormentato mai visto sullo schermo, quello offertoci nel film omonimo (2022, 104’) diretto da Abel Ferrara, che arriva, nella prima mondiale della versione italiana, al 70° Taormina Film Festival (ore 17 presso la sala A del Palazzo dei Congressi) per il Focus Mediterraneo, alla presenza del cineasta, della produttrice Diana Philips e dell’interprete Cristina Chirac.

L’esperienza del santo, qui interpretato da Shia LaBeouf, diventa nella lettura del regista di The Addiction, Fratelli e Il cattivo tenente un altro tassello del suo cinema che ci svela spesso un mondo dominato dal Male e percorso dalla ricerca travagliata di una (possibile?) redenzione. Non fa eccezione la figura di Padre Pio, che affascina da tempo il cineasta, anche per le comuni origini: i genitori del newyorchese Ferrara sono di Sarno, in Campania, non molto lontano da Pietrelcina, dove nacque Pio. Senza contare la centralità della religione cristiana nella poetica del filmmaker. «Ho avuto una formazione cattolica», spiega a Ciak, «sono profondamente legato ad essa. Ora sono buddista, ma penso che il buddismo mi abbia portato più vicino a Gesù».

Non si esaurisce a ciò l’interesse del cineasta per il personaggio di Pio che, ritiene, «è stato molte cose: un monaco, un santo, un taumaturgo, un uomo carismatico. È andato nel Gargano, in Puglia, e vi ha costruito il primo ospedale moderno nella regione, infondendo compassione, spirito di servizio, amore nel suo lavoro. Era anche uno scrittore brillante, come dimostrano le sue lettere». Che sono state materiale privilegiato per la sceneggiatura (scritta dal regista con Maurizio Braucci).

Ma perché Padre Pio prendesse forma è stato determinante soprattutto «un incredibile cambiamento di prospettiva» dovuto alla scoperta del legame tra la biografia del protagonista e il massacro di San Giovanni Rotondo nel 1920: quando la vittoria elettorale socialista, nello stesso paese dove si era stabilito il santo, fu repressa nel sangue da fascisti e militari, schierati a sostegno dei proprietari terrieri. L’ascesa del futuro regime e le speranze tradite di riscatto della popolazione (già provata dalla Grande Guerra) intervallano così le scene incentrate sulla via crucis interiore del santo: due volti della cappa di oscurità che pervade tanto la Storia quanto l’anima dei singoli.

E, commentava il regista in occasione dell’anteprima di Padre Pio a Venezia 79 (le sue parole, purtroppo, non hanno perso di attualità), su cos’altro si potrebbe riflettere adesso se non sulla nostra malvagità? «Non ho scelta! Voglio dire, oggi il mondo è vicino alla fine, sull’orlo dell’Olocausto nucleare, è in corso la Terza Guerra Mondiale e c’è stata una pandemia a causa di un virus creato dal comportamento umano». Non a caso, il film è dedicato non solo alle vittime dell’eccidio narrato, ma anche al popolo ucraino: dopo aver completato il lungometraggio con LaBeouf, infatti, Ferrara è partito per Kiev, dove ha realizzato il documentario Turn in the Wound, presentato alla scorsa Berlinale.

Insomma, ripeteremo la tragedia vissuta un secolo fa? «Spero di no», afferma, «ma il massacro di San Giovanni Rotondo fu la prima battaglia della Seconda Guerra Mondiale: lì uccisero tredici persone e poi il fascismo, inventato in Italia, ne assassinò altri milioni finché non ebbe fine. Oggi il punto è lo stesso, nessuno parla di pace e procediamo verso la distruzione di massa».

Siamo tutti in pericolo”, verrebbe da dire citando un’altra figura raccontata dal filmmaker, Pier Paolo Pasolini. E, pur nelle differenze, l’accostamento con Pio è accolto dal regista: «Erano due persone incredibili. Le loro parole, la loro capacità di esprimersi e la loro volontà di condivisione hanno illuminato il mondo». E certo, malgrado tutto, vale ancora la pena di lottare contro il Male dentro e fuori di noi, anche attraverso l’arte e il cinema. Perché, Ferrara ne è convinto, «tutto ciò che non uccide altre persone fa parte del lato buono della condizione umana. Ogni parola, ogni atto gentile è un atto rivoluzionario».

Prodotto da Maze Pictures, in coproduzione con Interlinea Film e Rimsky Productions, col sostegno di MiC e Apulia Film Commission, Padre Pio, che oltre a LaBeouf e Chiriac vede nel cast Marco Leonardi, Asia Argento, Vincenzo Crea e Luca Lionello, sarà distribuito nelle sale italiane con Rs a partire dal 18 luglio.

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