Fumettista, cartonista, animatore, creator, scrittore. Le professioni Sio, nome d’arte di Simone Albrigi, ospite al Cartoons on the Bay 2024 per ritirare il Pulcinella Diversity Awards, sono tante ma le “etichette” non lo spaventano. «Se servono alla gente, ben venga. Mi piacciono tutte!» racconta in esclusiva a Ciak al termine del suo incontro con il pubblico. «All’inizio non amavo troppo quella di ‘youtuber’, ma poi l’ho accettata. Se proprio devo sceglierne una, mi piace quella di scrittore perché scrivo tanto, dai fumetti ai cartoni alla musica».
Il suo canale Youtube conta 2,3 milioni di iscritti e più di mezzo miliardo di views, dal 2014 al 2018 ha realizzato videoclip per Elio e le Storie Tese e Lo stato Sociale, ha disegnato fumetti con Panini, Bonelli e Feltrinelli e dal 2022 si è fatto strada nell’editoria indipendente come uno dei soci fondatori della casa editrice Gigaciao, con cui pubblica il mensile di fumetti “Scottecs Gigazine” in edicola. Le sue storie toccano temi di svariata natura con tocchi di ironia e non-sense, ormai suo marchio di fabbrica. Conosciamolo meglio con questa intervista.
Sio, prima volta al Cartoons on the Bay?
Prima volta, sì. Sono abituato ai firmacopie degli stand, ma andare in giro e parlare con le persone è sempre bello.
Qua si incontrano molti giovani con la passione del disegno. Che messaggio ti sentiresti di dar loro?
Quello di iniziare subito. Se vuoi scrivere, mettiti subito a scrivere, se vuoi disegnare, mettiti subito a disegnare. È normale non piacere all’inizio, ma è importante continuare a priovarci
Tu quando hai capito che il mondo del fumetto avrebbe fatto parte della tua vita?
La mia fortuna è stata prendere in mano un Topolino quand’ero molto piccolo e pensare: “Ecco cosa voglio fare”. Ho avuto da sempre questa stella polare. Ce l’ho fatta in maniera inaspettata. Volevo fare fumetti, poi ho avuto successo con YouTube e questo mi ha portato gente. Mi fa strano pensare che ho imparato a leggere su Topolino e poi sono finito per scriverci dentro…
Come trovi l’ispirazione per le tue storie?
L’ispirazione non esiste. Esiste solo il mettersi a lavoro, testa china sul tavolo, e dire: “Adesso scrivo”. Magari le cose che ti escono fanno schifo, le scarti, scrivi altre cose che ti piacciono di più. Le selezioni, le raffini, le sistemi. È quella l’ispirazione per me. Ovvio che avere tanta pratica alle spalle aiuta. Se adesso dovessi cominciare a scrivere 10 tavole sono tranquillo perché sono trent’anni anni che provo a scrivere fumetti e negli ultimi anni mi sento di aver imparato a farlo. Quindi, tornando a dove prendo l’ispirazione, ti rispondo dal lavoro, dalla pratica e dalla lettura. Bisogna leggere tantissimo.
Gli spunti ti arrivano però molto spesso anche dall’attualità. Sei uno molto attento a ciò che ti circonda.
Faccio fatica a non parlare di quello che mi sta a cuore. Se leggo libri sul capitalismo che mi fanno fare riflessioni personali, è automatico che mi viene anche da scriverne. Scrivo sempre mettendo me stesso.
Com’è che dici spesso? “I problemi del mondo arrivano dal patriarcato e dal capitalismo”?
Esatto! Capitalismo e patriarcato sono intrinsecamente legati. Ed è per questo, anche, che in passato mi sono sempre sentito un po’ sbagliato. Spesso non mi sono sentito rappresentato dalle storie che leggevo, l’ho capito dopo. Si cresce, si legge. È bello imparare.
Parlando di altre cose belle, qual è il cartone di cui ti senti più soddisfatto?
Mio di Sio? Il musical generico. L’ho scritto insieme a Fabio Antonelli e la voce di Nicolo Bertonelli. Sono 8 minuti di musical compresso, generico. C’è il protagonista che si chiama Protagonista e l’Antagonista (che sono io). Fanno cose generiche. Mi è piaciuto tantissimo.
Cartone preferito di altri?
Steven Universe, direi.
E della Disney?
Hercules!
Lo sai sì che in questi giorni potresti incontrare John Musker [il regista] tra i corridoi dell’Aurum?
Ci metto la firma, muoio!